COSTANTINOPOLI – BISANZIO – ISTANBUL
Stefano di Novogrod, viaggiatore russo del XIV secolo, scriveva “entrare a
Costantinopoli è come entrare in una grande foresta: è impossibile percorrerla
senza una buona guida”. Non so dirvi se questo sia ancora vero ma una guida è
certamente utile e questo breve scritto vuole esserlo. Una guidina caotica fatta
di appunti scritti di getto, tutt’altro che esaustiva dunque ma valida ad
orientarsi nelle scelte. Cesare Brandi, grande storico dell’arte italiano,
scriveva che “a Costantinopoli, se pure c’è tanto da vedere, che non ne basta
mai il tempo, niente può più togliere dal cuore l’arrivo”. Per l’emozione
dell’arrivo preparate le vostre anime, per il problema del tempo, se vi
interessano in particolare mangiar bene e visitare le antiche vestigia di
Bisanzio, beh, allora leggete.
LIBRI:
Di guide turistiche ce ne sono tante, a me la migliore è parsa la Rough
Guide edita da Feltrinelli.
Straconsiglio di comprare, da accompagno:
S. Ronchey, Tommaso Braccini. Il
romanzo di Costantinopoli, Einaudi
E’ una raccolta antologica di racconti ed esperienze sulla Istanbul
bizantina con brevi brani di visitatori dai tempi del tardo impero fino ai
giorni d’oggi. Un vero must. Si trova facilmente in libreria, in caso negativo
sicuramente su Amazon.
Carino anche il romanzetto di Malerba,
Il fuoco greco.
VIDEO:
No Reservations. Anthony Bourdain, guida culinaria della BBC atterra ad Istambul! Molto divertente!
Istanbul bizantina, un po’ più serio, Byzantium, the lost empire di John
Romer:
Ma veniamo alla città: per spostarsi consiglio la Istanbul Card, è un abbonamento ricaricabile per i mezzi (1 card
per due va benissimo). Ogni volta che prendi un mezzo la passi sul lettorino
magnetico evvia. E’ molto più conveniente dei biglietti singoli. Si può
comprare nei maggiori uffici di mobilità. Si caricano un 20-30 lire che vengono
scalate ad ogni strisciata poi alla riconsegna rendono anche la cauzioncina.
Fidatevi, serve, perché prenderete spesso il tram T1 che taglia in due il
centro, porta verso i maggiori luoghi di interesse, ed arriva anche dall’altre
parte del Corni d’Oro, a Galata. Il tram, tra l’altro, passa spessissimo ed è
pulito e veloce. Ci sono anche i taxi ma ve lo dico subito, il traffico di
Istanbul è un delirio.
La parte più turistica e monumentale è Sultanahmet, ovvero l’antica città
di Costantino. E’ una zona molto sicura, bellissima ma con diverse trappole per
turisti. Occhio quindi.
Imperdibile Santa Sofia****, la
grande chiesa voluta da Giustiniano, gloria di Costantinopoli, centro
inimitabile di potere, devozione e meraviglia. Trasformata in moschea con la
caduta di Biscanzio nel XV secolo, fu poi trasformata in museo dall’eroe
nazionale Ataturk (leggetevi due cosine su di lui, se si parla bene di Ataturk
con qualsiasi turco diventano subito amiconi, per loro è un semi-dio).
Proprio di fronte vè la Moschea Blu**,
fatta erigere per competere con la perfezione architettonica di S. Sofia
(secondo me non ha funzionato). Entrarci comunque è d’obbligo, le moschee sono
tutte gratis ed un occhiata vale decisamente la pena.
Dietro la moschea blu ecco il famoso Ippodromo****,
la vecchia piazza di Bisanzio. Da non perdere tra le altre cose, la colonna
serpentina, portata lì dal Tempio di Apollo a Delfi durante l’Impero. Fu fusa a
suo tempo dall’alleanza greca a ricordo della vittoria di Platea contro i
Persiani nel 479 a.C., trovandovici li di fronte e ti ci si sente subito al Ginnasio
J, finezza.
Accanto c’è il Topkapi**, ovvero
il palazzo del Sultano, detto anche il Serraglio, al suo interno il famoso
Harem. Da visitare certamente anche se devo dire che a me personalmente non ha
entusiasmato. Il complesso è strutturato con una serie di cortili ordinati
meticolosamente. Passando ognuno di essi si entrava via via verso la parte più
privata ed esclusiva del palazzo. Sullo spiazzale davanti all’entrata del
Topkapi noterai una vecchia chiesa bizantina, ebbene è S. Irene***, l’unico edificio di età giustinianea che sopravvive
quasi integro. Purtroppo è sempre chiusa, ma ogni tanto ci fanno eventi e concerti
ed allora apre. Se la vedete aperta fiondatevi! Se c’e`una guardia davanti
all’entrata provate a convincerla…
Bellissimo il Museo Archeologico***.
Lo so cosa state pensando, “uff, il museo archeologico”, pero è veramente
superbo. Per visitarlo velocemente consiglio di cominciare con un bel tè turco
(detto Chai) nel baretto fuori sul giardino tra antiche rovine e enormi
sarcofagi in porfido (quello più grande è probabilmente la tomba di Costantino
stesso!). Tra le ali del museo imperdibile è la collezione dei marmi greci e la
piccola sezione su Istanbul bizantina.
Altro a Sultanahmet:
dall’Ippodromo con una passeggiatina di 10 minuti si arriva a Kucuk AyaSofya****, ovvero la piccola S. Sofia. E’ una moschea incredibilmente
bella ed adattata in un edificio preesistente che era la famosa chiesa dei SS
Sergio e Bacco, l’architettura è quanto di più puro si possa trovare dell’antica Bisanzio. Un vero
gioiellino.
Guardando la facciata di S. Sofia, 50 metri a sinistra ecco l’entrata alle
famose Cisterne romane (in turco Yerebatan
Sarnici**). Molto suggestivo anche se con le luci colorate che ci hanno
messo è un poco kitsch.
Di fronte all’entrata del Topkapi invece c’è un piccolissimo museo: il Mosaic Museum**. In pratica è un
capannone che protegge dalle intemperie il grande mosaico del palazzo di
Giustiniano. Si visita in una mezz’oretta e devo dire che la qualità è
altissima. Chi l’ha detto che l’arte tardo antica perde di qualità? Bah…
Partendo dalla piazza di S. Sofia inizia poi il “corso”, ovvero Divan Yolu, una vasca dovete farvela.
Porta all’entrata del Gran Bazar. Proprio all’inizio di Divan c’e`il perfetto
posto per un pranzo! Tarihi Sultanhamet
Koftesi, un Baffetto delle koftè (chi è di Roma sa cosa intendo), cioè le
famose polpette speziate.
Ah si due parole sul Gran Bazar**,
è molto bello, è enorme, 90 % delle botteghe è roba per turisti. Ad ogni modo
non puoi andare ad Istanbul e non farci due passi. Una delle entrate è a piazza
Cemberlitas, famosa per la colonna di Costantino. Sulla piazza c’è anche il
Bagno turco più famoso di Istanbul (Cemberlitas
hamami appunto), fondato nel XVI secolo. L’unico svantaggio è che uomini e
donne sono separati…Se ci andate prendetevi pure il massaggio e preparatevi a
soffrire ;)
Un centinaio di metri più avanti appare la grande moschea di Beyazit, la
più antica della città. Fu voluta dal sultano Beyazit II, figlio e successore
di Maometto II, conquistatore della città.
Se Sultanhamet è la vecchia Costantinopoli, dall’altra parte del Corno d’Oro
(ovvero la lingua d’acqua che divide in due la parte Europea) c’è Galata (parte del grande quartiere che
loro lo chiamano Beyoglu). Galata è
l’antica città genovese e tuttora quella più europeizzata. I luoghi principali
sono la famosa Torre di Galata** da una
parte e la grande piazza Taksim*
dall`altra. Il quartiere è pieno di ristoranti, baretti e negozi alla moda ed è
tagliato in due dalla enorme boulevard Istiklal
Caddesi** con diverse palazzine Belle Epoque. Da visitare in zona c’e`pochino ma è il centro pulsante della
città, soprattutto la sera. Sulla
boulevard si trovano diversi negozi che vendono il famoso Lokum ovvero dei
dolcetti di gellee colorati agli arachidi o mandorle che la mia fidanzata
ancora si sogna tutte le notti.
Nelle parallele di Istiklal ci sono alcuni dei migliori posti per andare a
mangiare:
Il miglior Durum della città: Durumzade, Kalyoncu Kulluk Cad. 26/A (è una parallela di Istiklal,
andando verso Taxsim a sinistra). Prendetevi il misto pollo e manzo grande,
magari con un ayran d’accompagno (lo yogurt da bere turco). Sublime! Il prezzo
poi è ridicolo… E’ un posto molto spartano e non adatto per una cena romantica,
qui solo durum e via.
Se invece volete mangiare un durum un poco
rivisitato in un locale piacevole che è un ristorante (dunque con prezzi da
ristorante) andare a Antiochia, Asmali Mescitt mah. Cucina turca ben presentata
da uno staff giovane, gentilissimo e con discreto inglese.
Il
miglior Lahmacun della città: Ismael Kebapcisi, Sirasel Viler cad./holazade
sok. 7 (per capirci: cad. significa via
e sok. vicolo, quindi è all’angolo, di fronte all’ospedale tedesco. Sirasel
viler cad. è l’ultima strada a destra su Istiklal prima di arrivare a piazza Taksim).
Spartanissimo anche questo. Il lahmacun è una pizza turca arrotolata con
verdurine e limone, da piangere quanto è buona. Loro sono gentilissimi ed il
prezzo è nullo.
Un
ristorantino carino dove andare: Klemuri, Tel sokak 2
(sempre una parallela a destra andando su Istiklal verso Taksim, poco dopo
l’ambasciata svedese). Hanno la cucina turca rivisitata, sono gentili, nessuno
urla e soprattutto c’è menu in
inglese!!! L’atmosfera in questo caso è rilassata ed è il posto perfetto per
una cenetta romantica`.
Un altro buon indirizzo per un pasto buono ed a
buon mercato è Lokantia Helvetia, General Yazgan sokak 12. E’ un locale
semplice con una scelta piuttosto limitata, ma quel che fanno è buonissimo.
Sempre nei pressi di Istiklal ci sono 2 discoteche
niente male: il Ghetto (a quanto ho capito è gestito da uno yankee ed ha la
volta che è una copia della Cappella Sistina) ed il Babylon (dove fanno
concerti e serate, un posto un poco dark ma vivissimo…).
Diversi locali poi hanno la terrazza all’ultimo
piano dell’edificio ed è carino farsi un drink con vista.
A proposito di drink: scordatevi l’alchool
o quasi. L’attuale presidentissimo Erdogan, leader del partito mussulmano
moderato, ha messo una mega-tassa sugli alcolici quindi una birra costa più che
in Italia (quando la trovi)! Certo una cosa la và provata: il Raki! Ovvero la
sambuca turca.
Riscendendo verso il mare vale pena fare un
giretto per il quartiere Cihangir**,
il preferito da intellettuali turchi e stranieri. Tra i vicoletti in discesa si
trovano negozi d’usato, bar alla moda e fornai che vendono il simit caldo (una
ciambellina salata).
Proprio a Cihangir, continuando su Sirasel viler
cad. ecco una famosissima caffetteria per le colazioni turco/curde: il Van Kahvalti Evi, Defterdar Yocusu
52 (occhio perchè ce ne sono due uno accanto all’altra, uno dei 2 è finta e
pessima. Van Kahvalti, quello vero è sempre pieno ed ha un atmosfera relaxed,
lo riconoscerete). Ci sono spesso molti europei e turchi che parlicchiano altre
lingue (cosa rarissima), la colazione è molto buona e ricca, chiedi in
particolare del kaymak con miele, un formaggio fresco che loro chiamano il cibo
degli dei, sono d’accordissimo.
Una volta tornato sul lungo mare ci sono due
quartierini attaccati: Tophane e Karakoy.
Tophane* è famosa e
riconoscibile per la Istanbul Modern**,
il museo d’arte contemporanea modernissimo, e per la Ali Pasha Camii*, ovvero questa moschea fatta erigere da Ali Pasha,
uno schiavo cristiano convertito che fece carriera nel XVI secolo. Tra i due
monumenti ci sono 2-3 locali famosi per il nargillè, è un po’ turistico ma
piacevole e per chi chi è interessato fanno vedere di continuo partite di
calcio turco ed internazionale.
Karakoy** è il porto dove si
possono prendere i traghetti. Ci sono diversi ristorantini di pesce mediocri ma
è divertente osservare i turchi che pescano nel corno d’oro e soprattutto qui
trovate una pasticceria mitica per comprare bakhlava (i dolci al miele ed arachidi),
ovvero il perfetto souvenir! Karakoy Gulluoglu, Mumhane cad. 17. Costa un pò ma
gli Istanbullu (ovvero i cittadini di Istanbul) lo considerano il non plus
ultra.
Ora passiamo ai quartieri più tradizionali e
mussulmani.
In una zona chiamata Eminonu, proprio di fronte al ponte di Galata lato Sultanhamet trovate il piccolo e suggestivo bazar delle
spezie, attorno ad esso il mercato è un poco più per turchi e meno per turisti.
La zona è caratterizzata della enorme Yeni
Camii **(moschea nuova) che è piuttosto interessante. Dietro di essa tra i
vicoletti, un poco nascosta, c’è quella che per me è invece la moschea più bella della città: la Rustem Pasa Camii***, completamente
decorata con piastrelle colorate di Iznik. Tulipani, garofani ed altri motivi geometrici
rossi, blu e verdi coprono mura, pilastri ed anche il mihrab e minbar. A proposito,
due informazioni sulle caratteristiche di una moschea: il Mihrab è la nicchia
per la preghiere, ci si inginocchia di fronte ad essa perché indica la Qibla,
ovvero da direzione dove si trova la Mecca. Il Minbar è invece il pulpito da
cui l’Imam guida la preghiera del venerdì. Il cortile esterno ha spesso al
centro una fonte detta Sadirvan, utilizzata per le abluzioni.
Lo skyline di Istanbul è caratterizzato poi dalla
collina dell’università, sovrastata a sua volta dalla più grande e maestosa
moschea del Rinascimento ottomano la Sulemaniye Camii*** (fu costruita da
Mimar Sinan, una specie di Bramante turco, per volere di Solimano il Magnifico).
La zona attorno è molto piacevole, anche se vuoi comprare qualche souvenir
(giusto fuori la moschea c’è un ristorantino che serve una zuppa di fagioli che
ancora me la ricordo, purtroppo non ricordo il nome…. ).
Ne pressi si trovano 2 cosine interessanti: il Mausoleo di Solimano e Roxelana * e un
altro Bagno turco piuttosto famoso, il Suleymanye Hamami, (in Mimar Sinan cad. 20). E’
anch’esso antichissimo (del XVI secolo) ed ha il vantaggio che è misto e aperto
solo per coppie. Se siete in viaggio con la vostra lei/lui potete duqnue godervi
l’esperienza hamam insieme.
Il grande quartiere nord-occidentale è detto Fatih (ovvero conquistatore, in onore di
Mehemet II che nel 1453, a soli 21 anni, conquistò Bisanzio) ed è costruito
attorno alla Fatih Camii*, moschea
costruita sopra alla chiesa dei SS Apostoli, che fu demolita per farvi spazio.
Ai SS Apostoli si conservavano le tombe degli imperatori bizantini. Una nuova
superpotenza ed una nuova religione dominava oramai Costantinopoli. La visita della moschea non vale particolarmente
la pena anche perché un terremoto la distrusse nel XVI secolo, ma le strade
attorno sono molto vive ed interessanti. Gli abitanti sono ultra mussulmani
quindi niente smancerie o strani atteggiamenti da occidentali e soprattutto
andateci con la luce. In questo enorme quartiere ci sono svariati monumenti
bellissimi, molti dei quali sono antiche vestigia bizantine semi-abbandonate.
Per anni, anzi per secoli, i turchi si sono totalmente disinteressati dei
monumenti dei presententi occupanti della città, i Bizantini appunto, le cose
stanno cambiando ora ma assai lentamente.
Ecco qualche consiglio:
Itinerario Indiana Jones: Un poco oltre la
moschea Fatih rimane una grosso tratto dell’Aquedotto
di Valente (tra l’altro se ci andate, proprio sotto ci sono degli ex militari
che con 2 lire turche vi fanno fare il tiro a segno sparando alle lattine, se
lisciate le lattine il vostro proiettile si stampa sull’acquedotto romano!), se
vi fate portare li ci sono 2-3 cosine da visitare: Sehzade Camii*, la moschea del principe costruita anch’essa da
Sinan e famosa per i suoi minareti nervati. Kalenderhane
Camii **, una moschea ora anonima che però è un edificio del IX secolo, il
famoso monastero Cristo Akataleptos. Se vi entrate noterete subito l’architettura bizantina,
i capitelli, qualche affresco e soprattutto la bellissima e maestosa cupola. A
poche centinaia di metri, in una zona dominata da cani randagi e moderne
costruzioni cadenti sbuca semi abbandonata Vefa
Kilise Camii, conosciuta una volta come la gloriosa chiesa di San Teodoro,
sublime esempio di architettura di età comnena che al tempo della dominazione
Latina era una dei principali edifici di culto cattolico romano. Io ho trovato
la porta sbarrata da travi di legno, ma solo la vista dei capitelli lavorati
all’esterno mi ha ripagato della ricerca.
Passato l’acquedotto si sale sudi un colle dove
ora vi è il quartiere di Zeyrek, è una zona molto mussulmana e vi sconsiglio di
trovarvici di notte. Vale però la pena di raggiungere la Zeyrek Camii ovvero la
moschea fondata nelle mura del grandiosa monastero di Cristo Pantocratore,
fondato nel XII dall’imperatrice Irene e tuttora il piu`esteso edificio
bizantino ancora esistente ad Istanbul dopo S. Sofia. Nel 2013 è ancora in atto
un importante restauro che dovrebbe finalmente dare al luogo l’attenzione che
merita. Io personalmente ho trovato una discarica ed i ponteggi semi
abbandonati. Non lontanissimo, nel quartiere Aksaray, trovate anche la Molla Fenari Isa Camii** Adnan Menders
Caddesi (uno stradone brutto con mille macchine) che è una moschea costruita
sopra due preesistenti edifici bizantini facenti parte del Monastero Lips,
l’architettura è veramente suggestiva molto ben conservata.
Ciò mi da l’occasione per farvi notare un
trucchetto facile facile che permetterà sempre di sapere se la moschea che
state visitando era precedentemente una chiesa: se un edificio è stato
costruito per essere moschea il mihrab, ovvero la nicchia verso cui pregano i
mussulmani si trova chiaramente al centro del muro, poiché è la chiave di volta
attorno cui si è innalzato l’edificio. Se invece l’edificio era precedentemente
una chiesa questo chiaramente non avviene; il mihrab sarà dunque certamente
posto su un muro ma in posizione non centrale!
Itinerario cult (obbligatorio direi!): ai
confini di Fatih trovate la fantasmagorica Fethiye***,
una ex moschea ora adibita a museo che è uno dei gioielli della Istanbul
Bizantina. Anche se piuttosto trascurata
dai turisti, forse perché un poco lontana ed in un quartiere poco gradevole, al
vostro posto io non me la perderei per nulla al mondo. In epoca cristiana era
la chiesa della Theotokos Pammakaristos
(Chiesa della Madre di Dio Beatissima) e conserva forse il mosaico più bello
della città, un Pantokrator potentissimo.
A circa mezz’ora a piedi (ma con un taxi è un
attimo) troverete altri 2 cosine notevoli:
Il primo è Il monastero- museo Kariye**** (ovvero l’antico S. Salvatore
in Chora), famosissimo e totalmente mosaicato ed affrescato nel XIV secolo con
storie della vita della Vergine e di Gesù. Per gli specialisti l’interesse
maggiore deriva dal fatto che è arte bizantina creata dopo la riconquista di
Michele Paeologo quindi con influssi europeizzanti. A parte queste beghe da
bizantinisti è un luogo meraviglioso ed essendo le volte molto basse i mosaici
li puoi quasi toccare.
Proprio di fronte al monastero sopravvive un lungo
tratto delle antiche mura e la cosa straordinaria è che si può salire
tranquillamente per godersi il panorama.
Scendendo verso il Corno d’Oro seguendo le mura si
incontrano i resti del grande Palazzo delle Blacherne edificato da Alessio
Comneno nel XII s. come sede imperiale e
ampliato da Costantino Porfirogenito nel XIII. Addossandolo alle mura
Teodosiane (attualmente vi si trova la Moschea Ivaz Efendi). Seppur in rovina è
un luogo molto affascinante, osservandolo scaldato da un tiepido sole invernale
ceravo i resti dell’antico santuario di S. Maria Blacherne, ora sostituita da
una moderna chiesetta ottocentesca. Fu uno dei reliquiari più importanti di
Costantinopoli, proprio in quei luoghi stava infatti il maphorion (il manto
della vergine) e soprattutto il leggendario mandylion, ovvero il vero volto del
Cristo acheropita portato da Edessa a Costantinopoli nel X s. Un immagine è
acheropita se non creata dall’uomo dunque con un rapporto diretto ed intimo con
l’archetipo divino, in questo caso Gesù e che dunque riproduce, seppur ad un
livello più basso, l’incarnazione stessa del divino. Fu una delle glorie di
Bisanzio sino all’occupazione Latina, momento in cui se ne persero le tracce.
Itinerario mura marittime: dalla antica stazione dei
treni Sirkeci di Sultanhamet, costruita come fermata dell’Orient Express,
prendete il treno per la stazione Yedikule. Il treno passerà sul tratto accanto
alle mura marittime verso il mar della Marmara e vi porterà a 500 metri dal museo Yedikule** ovvero il museo delle
mura. Si visita una antica fortezza-prigione che ingloba l’antica porta d’Oro,
la porta da dove rientravano gli Imperatori dopo i trionfi in battaglia. Puoi
immaginarti Michele Paleologo che rientra in città nel 1261 dopo l’occupazione
dei crociati, bella finezza. Volendo da lì si può fare una lunga passeggiata
fino a Kariye (vedi sopra). Ti dico una cosa: noi romani siamo abituati ad
avere le mura ma nulla è paragonabile alla possanza delle antica mura di
Bisanzio.
Non lontano dalla stazione vale la pena di andare
alla ricerca di altri due luoghi dal passato glorioso.
Koca
Mustafa Pasa Camii fu moschea alla fine del Quattrocento per opera
di Mustafa Pasa, Gran Vizir giustiziato nel 1512. L’edificio è però una chiesa
fondata nel VI secolo conosciuta in epoca bizantina come S. Andrea Krisei. Fu
molto popolare alla fine delle lotte iconoclaste perché luogo di sepoltura di
Andrea da Creta, campione degli iconoduli martirizzato nel 766.
Non lontano restano le affascinanti rovine del
glorioso monastero di S. Giovanni Stoudion (ora Imrahor Camii). Fu per secoli
la casa dei monaci “studiti” e stimatissimo baluardo dell’Ortodossia in
particolare nelle lotte contro l’eresia Monofisita nel V secolo e contro
l’Iconoclastia nell’ VIII s. Poche mura rimangono nel completo disinteresse
degli abitanti del distretto ed il mio tentativo di visitare i resti è stato
troncato dal ringhiare rabbioso di due cani da guardia a difesa del portale,
forse voi sarete più fortunati.
Gite fuori porta
Bebek: è un sobborgo sul Bosforo simbolo dei
“pariolini” turchi. Ci sono molti bar alla moda e ristoranti costosi. I turchi
coi soldi vanno li vestiti di tutto-punto e con il macchinone per farsi vedere.
E’ anche un porto carino però. Poco oltre trovi le rovine della Fortezza Rumeli Hisari* costruita nel
1452 da Mehmet II per bloccare i rifornimenti alla città assediata. Sotto alla
fortezza trovi il posto che è universalmente conosciuto come la Mecca delle colazioni turche,
il Kale cafè. Okkio che cene sono 3
con lo stesso nome! Quello giusto ha la scritta Kale in blu su sfondo bianco ed
è chiaramente quello pieno di gente. Prenditi la colazione completa e magna
fino a scoppiare. Il kaymak qui è il migliore, buonissimo anche l’Halloumi, un
formaggio soffritto in padella.
A Bebek puoi arrivarci in taxi o in bus. Se vuoi
prendere il bus c’è il 559c che parte da Taxim e ti porta a 800 m dalla
fortezza.
Kadikoy: molti turisti si prendono la crociera sul
bosforo. Io ti consiglio invece di prendere semplicemente il traghetto da
Eminunu o Karakoy per mettere piede sulla parte asiatica di Istanbul: Kadikoy
apppunto. E’ un quartiere moderno e molto vivo. Il vero motivo per andarci è
però mangiare! Non sei stato ad Istanbul se non hai mangiato al Ciya Sofrasi, Guneslibahce sok. 43. A
vederla sembra una semplice tavola calda, ed è una tavola calda, ma li trovi il
meglio della cucina turca. Consiglio di prendere per dolce ceviz macunu (noci
sciroppate accompagnate da kaymak). Come direbbero loro: Cok Lizzet! = molto
gustoso.
Isole dei Principi: sono situate sul Mar della
Marmara e si raggiungono comodamente in traghetto o catamarano veloce (la
piu`vicina la raggiongi in 40 minuti, la piu`lontana in 1 ora e mezza) da
Kabatas (proprio sotto Besiktas). Io sono andato a Buyukada**, la piu`grande. Pare di stare su un isola greca del
Dodecaneso se non fosse per una miriade di villini art noveau in legno, luogo
di villeggiatura per ricchi e celebrità. L’ho scelta anche perché fu il luogo
dove andò in esilio Trotsky. Il suo villino, naturalmente rosso, è ancora lì
eheh…
Una cosa carina di quest’isola è che le macchine
sono vietate! Ci si muove solo a cavallo o in bici! Il mio consiglio, se vi
regge ed è bel tempo, è di affittarvi due bici al porto e fare un periplo
dell’isola.
Sulla parte alta dell’isola (Yuce Tepe) c’ è un
monastero ortodosso dedicato a S. Giorgio molto suggestivo ed accanto un
ristorantino che fa pesce e carne alla griglia niente male!
Thats all
Ah, i numeri in turco: 1 bir, 2 iki, 3 uc, 4 dort,
5 bes, 6 alt’, 7 yedi, 8 sekiz, 9 dokuz, 10 on
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