COSTANTINOPOLI – BISANZIO – ISTANBUL
Stefano di Novogrod, viaggiatore russo del XIV secolo, scriveva “entrare a
Costantinopoli è come entrare in una grande foresta: è impossibile percorrerla
senza una buona guida”. Non so dirvi se questo sia ancora vero ma una guida è
certamente utile e questo breve scritto vuole esserlo. Una guidina caotica fatta
di appunti scritti di getto, tutt’altro che esaustiva dunque ma valida ad
orientarsi nelle scelte. Cesare Brandi, grande storico dell’arte italiano,
scriveva che “a Costantinopoli, se pure c’è tanto da vedere, che non ne basta
mai il tempo, niente può più togliere dal cuore l’arrivo”. Per l’emozione
dell’arrivo preparate le vostre anime, per il problema del tempo, se vi
interessano in particolare mangiar bene e visitare le antiche vestigia di
Bisanzio, beh, allora leggete.
LIBRI:
Di guide turistiche ce ne sono tante, a me la migliore è parsa la Rough
Guide edita da Feltrinelli.
Straconsiglio di comprare, da accompagno:
S. Ronchey, Tommaso Braccini. Il
romanzo di Costantinopoli, Einaudi
E’ una raccolta antologica di racconti ed esperienze sulla Istanbul
bizantina con brevi brani di visitatori dai tempi del tardo impero fino ai
giorni d’oggi. Un vero must. Si trova facilmente in libreria, in caso negativo
sicuramente su Amazon.
Carino anche il romanzetto di Malerba,
Il fuoco greco.
VIDEO:
No Reservations. Anthony Bourdain, guida culinaria della BBC atterra ad Istambul! Molto divertente!
Istanbul bizantina, un po’ più serio, Byzantium, the lost empire di John
Romer:
Ma veniamo alla città: per spostarsi consiglio la Istanbul Card, è un abbonamento ricaricabile per i mezzi (1 card
per due va benissimo). Ogni volta che prendi un mezzo la passi sul lettorino
magnetico evvia. E’ molto più conveniente dei biglietti singoli. Si può
comprare nei maggiori uffici di mobilità. Si caricano un 20-30 lire che vengono
scalate ad ogni strisciata poi alla riconsegna rendono anche la cauzioncina.
Fidatevi, serve, perché prenderete spesso il tram T1 che taglia in due il
centro, porta verso i maggiori luoghi di interesse, ed arriva anche dall’altre
parte del Corni d’Oro, a Galata. Il tram, tra l’altro, passa spessissimo ed è
pulito e veloce. Ci sono anche i taxi ma ve lo dico subito, il traffico di
Istanbul è un delirio.
La parte più turistica e monumentale è Sultanahmet, ovvero l’antica città
di Costantino. E’ una zona molto sicura, bellissima ma con diverse trappole per
turisti. Occhio quindi.
Imperdibile Santa Sofia****, la
grande chiesa voluta da Giustiniano, gloria di Costantinopoli, centro
inimitabile di potere, devozione e meraviglia. Trasformata in moschea con la
caduta di Biscanzio nel XV secolo, fu poi trasformata in museo dall’eroe
nazionale Ataturk (leggetevi due cosine su di lui, se si parla bene di Ataturk
con qualsiasi turco diventano subito amiconi, per loro è un semi-dio).
Proprio di fronte vè la Moschea Blu**,
fatta erigere per competere con la perfezione architettonica di S. Sofia
(secondo me non ha funzionato). Entrarci comunque è d’obbligo, le moschee sono
tutte gratis ed un occhiata vale decisamente la pena.
Dietro la moschea blu ecco il famoso Ippodromo****,
la vecchia piazza di Bisanzio. Da non perdere tra le altre cose, la colonna
serpentina, portata lì dal Tempio di Apollo a Delfi durante l’Impero. Fu fusa a
suo tempo dall’alleanza greca a ricordo della vittoria di Platea contro i
Persiani nel 479 a.C., trovandovici li di fronte e ti ci si sente subito al Ginnasio
J, finezza.
Accanto c’è il Topkapi**, ovvero
il palazzo del Sultano, detto anche il Serraglio, al suo interno il famoso
Harem. Da visitare certamente anche se devo dire che a me personalmente non ha
entusiasmato. Il complesso è strutturato con una serie di cortili ordinati
meticolosamente. Passando ognuno di essi si entrava via via verso la parte più
privata ed esclusiva del palazzo. Sullo spiazzale davanti all’entrata del
Topkapi noterai una vecchia chiesa bizantina, ebbene è S. Irene***, l’unico edificio di età giustinianea che sopravvive
quasi integro. Purtroppo è sempre chiusa, ma ogni tanto ci fanno eventi e concerti
ed allora apre. Se la vedete aperta fiondatevi! Se c’e`una guardia davanti
all’entrata provate a convincerla…
Bellissimo il Museo Archeologico***.
Lo so cosa state pensando, “uff, il museo archeologico”, pero è veramente
superbo. Per visitarlo velocemente consiglio di cominciare con un bel tè turco
(detto Chai) nel baretto fuori sul giardino tra antiche rovine e enormi
sarcofagi in porfido (quello più grande è probabilmente la tomba di Costantino
stesso!). Tra le ali del museo imperdibile è la collezione dei marmi greci e la
piccola sezione su Istanbul bizantina.
Altro a Sultanahmet:
dall’Ippodromo con una passeggiatina di 10 minuti si arriva a Kucuk AyaSofya****, ovvero la piccola S. Sofia. E’ una moschea incredibilmente
bella ed adattata in un edificio preesistente che era la famosa chiesa dei SS
Sergio e Bacco, l’architettura è quanto di più puro si possa trovare dell’antica Bisanzio. Un vero
gioiellino.
Guardando la facciata di S. Sofia, 50 metri a sinistra ecco l’entrata alle
famose Cisterne romane (in turco Yerebatan
Sarnici**). Molto suggestivo anche se con le luci colorate che ci hanno
messo è un poco kitsch.
Di fronte all’entrata del Topkapi invece c’è un piccolissimo museo: il Mosaic Museum**. In pratica è un
capannone che protegge dalle intemperie il grande mosaico del palazzo di
Giustiniano. Si visita in una mezz’oretta e devo dire che la qualità è
altissima. Chi l’ha detto che l’arte tardo antica perde di qualità? Bah…
Partendo dalla piazza di S. Sofia inizia poi il “corso”, ovvero Divan Yolu, una vasca dovete farvela.
Porta all’entrata del Gran Bazar. Proprio all’inizio di Divan c’e`il perfetto
posto per un pranzo! Tarihi Sultanhamet
Koftesi, un Baffetto delle koftè (chi è di Roma sa cosa intendo), cioè le
famose polpette speziate.
Ah si due parole sul Gran Bazar**,
è molto bello, è enorme, 90 % delle botteghe è roba per turisti. Ad ogni modo
non puoi andare ad Istanbul e non farci due passi. Una delle entrate è a piazza
Cemberlitas, famosa per la colonna di Costantino. Sulla piazza c’è anche il
Bagno turco più famoso di Istanbul (Cemberlitas
hamami appunto), fondato nel XVI secolo. L’unico svantaggio è che uomini e
donne sono separati…Se ci andate prendetevi pure il massaggio e preparatevi a
soffrire ;)
Un centinaio di metri più avanti appare la grande moschea di Beyazit, la
più antica della città. Fu voluta dal sultano Beyazit II, figlio e successore
di Maometto II, conquistatore della città.
Se Sultanhamet è la vecchia Costantinopoli, dall’altra parte del Corno d’Oro
(ovvero la lingua d’acqua che divide in due la parte Europea) c’è Galata (parte del grande quartiere che
loro lo chiamano Beyoglu). Galata è
l’antica città genovese e tuttora quella più europeizzata. I luoghi principali
sono la famosa Torre di Galata** da una
parte e la grande piazza Taksim*
dall`altra. Il quartiere è pieno di ristoranti, baretti e negozi alla moda ed è
tagliato in due dalla enorme boulevard Istiklal
Caddesi** con diverse palazzine Belle Epoque. Da visitare in zona c’e`pochino ma è il centro pulsante della
città, soprattutto la sera. Sulla
boulevard si trovano diversi negozi che vendono il famoso Lokum ovvero dei
dolcetti di gellee colorati agli arachidi o mandorle che la mia fidanzata
ancora si sogna tutte le notti.
Nelle parallele di Istiklal ci sono alcuni dei migliori posti per andare a
mangiare:
Il miglior Durum della città: Durumzade, Kalyoncu Kulluk Cad. 26/A (è una parallela di Istiklal,
andando verso Taxsim a sinistra). Prendetevi il misto pollo e manzo grande,
magari con un ayran d’accompagno (lo yogurt da bere turco). Sublime! Il prezzo
poi è ridicolo… E’ un posto molto spartano e non adatto per una cena romantica,
qui solo durum e via.
Se invece volete mangiare un durum un poco
rivisitato in un locale piacevole che è un ristorante (dunque con prezzi da
ristorante) andare a Antiochia, Asmali Mescitt mah. Cucina turca ben presentata
da uno staff giovane, gentilissimo e con discreto inglese.
Il
miglior Lahmacun della città: Ismael Kebapcisi, Sirasel Viler cad./holazade
sok. 7 (per capirci: cad. significa via
e sok. vicolo, quindi è all’angolo, di fronte all’ospedale tedesco. Sirasel
viler cad. è l’ultima strada a destra su Istiklal prima di arrivare a piazza Taksim).
Spartanissimo anche questo. Il lahmacun è una pizza turca arrotolata con
verdurine e limone, da piangere quanto è buona. Loro sono gentilissimi ed il
prezzo è nullo.
Un
ristorantino carino dove andare: Klemuri, Tel sokak 2
(sempre una parallela a destra andando su Istiklal verso Taksim, poco dopo
l’ambasciata svedese). Hanno la cucina turca rivisitata, sono gentili, nessuno
urla e soprattutto c’è menu in
inglese!!! L’atmosfera in questo caso è rilassata ed è il posto perfetto per
una cenetta romantica`.
Un altro buon indirizzo per un pasto buono ed a
buon mercato è Lokantia Helvetia, General Yazgan sokak 12. E’ un locale
semplice con una scelta piuttosto limitata, ma quel che fanno è buonissimo.
Sempre nei pressi di Istiklal ci sono 2 discoteche
niente male: il Ghetto (a quanto ho capito è gestito da uno yankee ed ha la
volta che è una copia della Cappella Sistina) ed il Babylon (dove fanno
concerti e serate, un posto un poco dark ma vivissimo…).
Diversi locali poi hanno la terrazza all’ultimo
piano dell’edificio ed è carino farsi un drink con vista.
A proposito di drink: scordatevi l’alchool
o quasi. L’attuale presidentissimo Erdogan, leader del partito mussulmano
moderato, ha messo una mega-tassa sugli alcolici quindi una birra costa più che
in Italia (quando la trovi)! Certo una cosa la và provata: il Raki! Ovvero la
sambuca turca.
Riscendendo verso il mare vale pena fare un
giretto per il quartiere Cihangir**,
il preferito da intellettuali turchi e stranieri. Tra i vicoletti in discesa si
trovano negozi d’usato, bar alla moda e fornai che vendono il simit caldo (una
ciambellina salata).
Proprio a Cihangir, continuando su Sirasel viler
cad. ecco una famosissima caffetteria per le colazioni turco/curde: il Van Kahvalti Evi, Defterdar Yocusu
52 (occhio perchè ce ne sono due uno accanto all’altra, uno dei 2 è finta e
pessima. Van Kahvalti, quello vero è sempre pieno ed ha un atmosfera relaxed,
lo riconoscerete). Ci sono spesso molti europei e turchi che parlicchiano altre
lingue (cosa rarissima), la colazione è molto buona e ricca, chiedi in
particolare del kaymak con miele, un formaggio fresco che loro chiamano il cibo
degli dei, sono d’accordissimo.
Una volta tornato sul lungo mare ci sono due
quartierini attaccati: Tophane e Karakoy.
Tophane* è famosa e
riconoscibile per la Istanbul Modern**,
il museo d’arte contemporanea modernissimo, e per la Ali Pasha Camii*, ovvero questa moschea fatta erigere da Ali Pasha,
uno schiavo cristiano convertito che fece carriera nel XVI secolo. Tra i due
monumenti ci sono 2-3 locali famosi per il nargillè, è un po’ turistico ma
piacevole e per chi chi è interessato fanno vedere di continuo partite di
calcio turco ed internazionale.
Karakoy** è il porto dove si
possono prendere i traghetti. Ci sono diversi ristorantini di pesce mediocri ma
è divertente osservare i turchi che pescano nel corno d’oro e soprattutto qui
trovate una pasticceria mitica per comprare bakhlava (i dolci al miele ed arachidi),
ovvero il perfetto souvenir! Karakoy Gulluoglu, Mumhane cad. 17. Costa un pò ma
gli Istanbullu (ovvero i cittadini di Istanbul) lo considerano il non plus
ultra.
Ora passiamo ai quartieri più tradizionali e
mussulmani.
In una zona chiamata Eminonu, proprio di fronte al ponte di Galata lato Sultanhamet trovate il piccolo e suggestivo bazar delle
spezie, attorno ad esso il mercato è un poco più per turchi e meno per turisti.
La zona è caratterizzata della enorme Yeni
Camii **(moschea nuova) che è piuttosto interessante. Dietro di essa tra i
vicoletti, un poco nascosta, c’è quella che per me è invece la moschea più bella della città: la Rustem Pasa Camii***, completamente
decorata con piastrelle colorate di Iznik. Tulipani, garofani ed altri motivi geometrici
rossi, blu e verdi coprono mura, pilastri ed anche il mihrab e minbar. A proposito,
due informazioni sulle caratteristiche di una moschea: il Mihrab è la nicchia
per la preghiere, ci si inginocchia di fronte ad essa perché indica la Qibla,
ovvero da direzione dove si trova la Mecca. Il Minbar è invece il pulpito da
cui l’Imam guida la preghiera del venerdì. Il cortile esterno ha spesso al
centro una fonte detta Sadirvan, utilizzata per le abluzioni.
Lo skyline di Istanbul è caratterizzato poi dalla
collina dell’università, sovrastata a sua volta dalla più grande e maestosa
moschea del Rinascimento ottomano la Sulemaniye Camii*** (fu costruita da
Mimar Sinan, una specie di Bramante turco, per volere di Solimano il Magnifico).
La zona attorno è molto piacevole, anche se vuoi comprare qualche souvenir
(giusto fuori la moschea c’è un ristorantino che serve una zuppa di fagioli che
ancora me la ricordo, purtroppo non ricordo il nome…. ).
Ne pressi si trovano 2 cosine interessanti: il Mausoleo di Solimano e Roxelana * e un
altro Bagno turco piuttosto famoso, il Suleymanye Hamami, (in Mimar Sinan cad. 20). E’
anch’esso antichissimo (del XVI secolo) ed ha il vantaggio che è misto e aperto
solo per coppie. Se siete in viaggio con la vostra lei/lui potete duqnue godervi
l’esperienza hamam insieme.
Il grande quartiere nord-occidentale è detto Fatih (ovvero conquistatore, in onore di
Mehemet II che nel 1453, a soli 21 anni, conquistò Bisanzio) ed è costruito
attorno alla Fatih Camii*, moschea
costruita sopra alla chiesa dei SS Apostoli, che fu demolita per farvi spazio.
Ai SS Apostoli si conservavano le tombe degli imperatori bizantini. Una nuova
superpotenza ed una nuova religione dominava oramai Costantinopoli. La visita della moschea non vale particolarmente
la pena anche perché un terremoto la distrusse nel XVI secolo, ma le strade
attorno sono molto vive ed interessanti. Gli abitanti sono ultra mussulmani
quindi niente smancerie o strani atteggiamenti da occidentali e soprattutto
andateci con la luce. In questo enorme quartiere ci sono svariati monumenti
bellissimi, molti dei quali sono antiche vestigia bizantine semi-abbandonate.
Per anni, anzi per secoli, i turchi si sono totalmente disinteressati dei
monumenti dei presententi occupanti della città, i Bizantini appunto, le cose
stanno cambiando ora ma assai lentamente.
Ecco qualche consiglio:
Itinerario Indiana Jones: Un poco oltre la
moschea Fatih rimane una grosso tratto dell’Aquedotto
di Valente (tra l’altro se ci andate, proprio sotto ci sono degli ex militari
che con 2 lire turche vi fanno fare il tiro a segno sparando alle lattine, se
lisciate le lattine il vostro proiettile si stampa sull’acquedotto romano!), se
vi fate portare li ci sono 2-3 cosine da visitare: Sehzade Camii*, la moschea del principe costruita anch’essa da
Sinan e famosa per i suoi minareti nervati. Kalenderhane
Camii **, una moschea ora anonima che però è un edificio del IX secolo, il
famoso monastero
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